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PRESENTAZIONE
Nel 1982 entrai come allievo interno all'Istituto di Chirurgia Generale e di Oncologia Chirurgica (cattedra di Clinica Chirurgica III) dell'Università di Milano, diretto dal Prof. W.Montorsi. Il luogo dove frequentai era “magico” e aleggiava di leggenda chirurgica perché si trattava del famoso padiglione Monteggia del Policlinico di Milano, quello che era considerato la culla della chirurgia italiana. Furono anni importanti per la mia crescita professionale ma anche difficili e duri; non c’era giorno in cui non entrassi in quel luogo alle 7 e mai ne uscivo prima delle 20/21 e di quegli anni il mio ricordo maggiore era il desiderio di imparare e, come si dice, di “rubare il mestiere”. Oggi il mio amaro sorriso, ricordando quei tempi, è rivolto a tutti quei giovani che si lamentano per orari o turni. Nel 1985 mi laureai come più giovane di tutto il corso di laurea e credetti fermamente che dopo quel giorno avrei finalmente iniziato ad operare in prima persona…niente di più sbagliato! Sono stati necessari molti anni e una tenacia superiore alla media perché io, figlio di commerciante, potessi "fare la mia strada" e raggiungere il sogno della chirurgia. Anni che, forse per la gioventù che li accompagnava, restano impressi nella mia mente come momenti incredibili ed il clima che si respirava tra noi” sognatori” non l’ho mai più ritrovato... le sere passate a scrivere articoli con Micheletto e Lattuada assumono oggi i colori della nostalgia. In quel tempo, sotto la guida del Prof. S.B. Doldi imparai moltissimo sulla patologia della grande obesità e le mie 2 specializzazioni videro crescere le mie conoscenze scientifiche nell’ambito della chirurgia addominale. Nel 1992 conobbi come mio Direttore il Prof. A.Peracchia universalmente riconosciuto come il più grande chirurgo dell’esofago al mondo; non ero un suo allievo e per molto tempo non volle riconoscere nessuna qualità nella mia persona ma, essendo un uomo intelligente oltre che un fantastico chirurgo, seppe ricredersi e a lui devo la mia attuale conoscenza e capacità chirurgica sullo stomaco e sull’esofago. Tra l’altro mi lasciò sempre campo libero nella chirurgia della grande obesità che da sempre è riconosciuta tra le più difficili e grazie alla quale sono diventato il chirurgo che sono oggi. Nel 2003 il nuovo Direttore fu il Prof. G Roviaro noto per essere uno dei pionieri della tecnica toracoscopica; sotto la sua Direzione feci crescere il
centro di chirurgia della grande obesità ampliando le tecniche chirurgiche nel campo di questa patologia. Sintetizzando ho avuto 3 Direttori a cui aggiungo anche il Prof. S.B.Doldi; da ognuno di essi ho cercato di trarre insegnamenti per la loro specificità chirurgica; ho sempre analizzato i loro comportamenti anche umani per essere pronto ad una futura eventuale Direzione. Aggiungo che il desiderio di crescere chirurgicamente mi ha fatto “emigrare” saltuariamente ovunque fosse possibile operare in prima persona. Dal maggio 2011 ho diretto l’Unità operativa complessa di chirurgia generale dell’ospedale S Famiglia Fatebenefratelli di Erba e dal Dicembre 2011 ho diretto il Dipartimento di chirurgia generale e d’urgenza dello stesso Ospedale. Oggi è possibile, grazie al lavoro svolto, constatare come la comunità scientifica nazionale riconosca la chirurgia dell’Ospedale di Erba all’avanguardia in ogni campo della chirurgia distinguendosi in modo specifico nei campi di chirurgia laparoscopica avanzata benigna (grande obesità, esofago benigno) e maligna (tumori dell’esofago, dello stomaco, del colon retto). Ad Erba è inoltre presente un centro accreditato nazionale Sicob per la chirurgia della grande obesità con numeri e qualità che lo pongono come eccellenza nazionale e internazionale. Dal 1 Ottobre 2018 dirigo l U.O.C. di chirurgia Generale dell’ASST Fatebenefratelli-Sacco- presidio ospedaliero Fatebenefratelli a Milano; il mio ritorno a Milano oltre ad essere motivo di grande orgoglio personale rappresenta una mia personale sfida per il prestigio dell’Ospedale che mi vede Direttore della sua chirurgia; prendo l’eredità di alcuni tra i maggiori maestri chirurgici italiani che si sono “seduti” ed hanno insegnato chirurgia proprio dove ora mi sono insediato. Ma ,come sempre, la mia mente è proiettata in avanti e già nei primi mesi abbiamo realizzato grandi risultati in tutti campi della chirurgia aumentando notevolmente la casistica di chirurgia laparoscopica con aree di eccellenza come la chirurgia oncologica tumorale dell’esofago,stomaco,colon e del fegato (organo nel quale eseguiamo anche procedure di termoablazione sulle metastasi e sui tumori primitivi). Anche a Milano è già attivo un centro accreditato Sicob per la cura multidisciplinare della grande obesità con casistica e risultati all’avanguardia.
ULTERIORI CAMPI TRADIZIONALI ED AVANZATI
Oltre alla chirurgia laparoscopica i campi quotidiani di applicazione della mia professione chirurgica comprendono ogni tecnica laparotomica (a cielo aperto, con tecnica “classica”) per patologie rettali benigne, ernie inguinali e addominali, laparoceli e ogni patologia che non permetta un approccio miniinvasivo. Particolare impegno viene poi praticato nel campo della cosidetta “redosurgery” cioè nei reinterventi in pazienti già precedentemente sottoposti a chirurgia. Un ulteriore campo di evoluzione della chirurgia appare a tutt’oggi l’utilizzo dato dall’uso della tecnologia ICG (fluorescenza mediante uso del verde di indocianina) che permette, con l’uso di un particolare colorante, di osservare lesioni ischemiche in corso di intervento chirurgico; per fare un esempio basti pensare che se durante un intervento chirurgico sul colon una parte di esso resta non vascolarizzata (cioè priva di afflusso sanguigno) essa può non essere visibile all’occhio umano e creare certamente grosse complicanze nel post operatorio.
L’utilizzo del verde di indocianina permette di escludere completamente tale possibilità. Utilizzo questa metodica ormai routinariamente e sono stato scelto dalla casa Storzl come incaricato italiano dell’applicazione di questa innovativa metodica sui pazienti grandi obesi. Anche nel campo delle metastasi epatiche (secondarismi derivati da tumori primitivi localizzati altrove) utilizzo, grazie all’esperienza ecografica, la tecnica della termoablazione che, grazie ad aghi infissi nelle metastasi permette l’ipertermia (la bruciatura) delle stesse. Tale tecnica avviene sia per via percutanea sotto guida ecografica in anestesia locale che per via laparoscopica grazie all’ecografia intraoperatoria laparoscopica. Infine va ricordata la nuova frontiera riguardante i tumori del retto “basso” cioè situati vicino alla rima anale; con diverse metodiche innovative (TEM, LapTaTEM, TME, TAMIS etc) e con l’utilizzo della laparoscopia ad oggi è possibile eseguire rimozione di tumori irrealizzabili fino a pochissimo tempo fa.
ECOGRAFIA DIAGNOSTICA ED INTERVENTISTICA

Fin dal primo anno post laurea mi sono dedicato all’utilizzo della metodica ecografica che, in qualità di chirurgo, mi ha permesso di realizzare la possibilità di offrire ai miei pazienti non solo una diagnosi ma anche l’immediata possibile terapia. Sono cresciuto in questa metodica diagnostica anche grazie al periodo trascorso in Germania ma l’esperienza è cresciuta in modo esponenziale essendo divenuto responsabile dell’ambulatorio di ecografia (insieme al dott. Lattuada) in tutti gli anni trascorsi al Policlinico di Milano quando i Direttori che si succedevano non chiedevano altro che avere un chirurgo che potesse far loro diagnosi immediate. Nel tempo tuttavia ho desiderato che tale metodica potesse divenire anche strumento chirurgico e sono riuscito a divenire un ecografista interventista; con la metodica di ecografia interventistica si possono realizzare biopsie mirate su organi superficiali e profondi (mammella, tiroide, masse dndd, neoformazioni epatiche, pancreatiche etc) ma anche realizzare drenaggi percutanei di ascessi o di raccolte fluide addominali. Come detto con l’ecografia realizzo anche la termoablazione delle metastasi epatiche e oggi posso davvero affermare che la conoscenza di uno strumento diagnostico così efficace come l’ecografia mi permette di essere un migliore chirurgo per via delle conoscenze anatomiche e della possibilità ulteriore di utilizzare l’esame ecografico in corso di intervento (ad esempio nel ricercare linfonodi patologici o calcoli della via biliare principale etc).